Caos, dove nacque Pirandello

10.01.2018

Anche se Luigi Pirandello scriveva nello studio della sua casa romana affacciata su Villa Torlonia la dimora a cui è rimasto sempre legato si trova nella sua terra natia, nel lembo di terra fra Girgenti (antica Agrigento) e il mare di Porto Empedocle, nella località chiamata Caos. Il caos (dal greco χος) è nelle cosmologie greche lo stato di disordine degli elementi materiali che precede il κσμος, l'universo ordinato, quindi il termine indica grande disordine, confusione di cose, di idee o anche di sentimenti.

La casa natale dello scrittore, oggi museo, si erge solitaria nella campagna. Le stanze raccolgono foto di famiglia, ritratti dello scrittore e di Marta Abba, l'attrice cui fu molto legato nell'ultimo periodo della sua vita, immagini di scena, manoscritti, edizioni di testi teatrali e romanzi. Un sentiero alla destra dell'edificio conduce ad un pino che svetta alto e ai cui piedi è conservata l'urna con le ceneri del drammaturgo, secondo le sue volontà. Pirandello aveva espresso questo desiderio sin da giovane, infatti in una lettera che spedì da Bonn alla sorella Annetta nel 1889 si legge: "Salutamela, codesta mia terra natale, nel cui grembo, quando che sarà, vorrò riposare per sempre, senza un nome che mi rammenti su un sasso agli uomini, i quali forse un giorno potrebbero venire a disturbarmi". Poi nel suo testamento le sue ultime volontà "Bruciatemi. E il mio corpo, appena arso, sia lasciato disperdere, perché niente, neppure la cenere, vorrei avanzasse di me. Ma se questo non si può fare sia l'urna cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra della campagna di Girgenti, dove nacqui". Sullo sfondo il mare.

La visione del mondo pirandelliana, il suo pensiero è stato indubbiamente influenzato da questa terra. Su una lapide, all'ingresso della casa, si legge:

28 giugno 1867

Una notte di giugno 
caddi come una lucciola 
sotto un gran pino solitario 
in una campagna d'olivi saraceni 
affacciata agli orli d'un altipiano
di argille azzurre sul mare africano...Per uno spavento che s'era preso 
a causa di questa grande morìa, 
mia madre mi metteva al mondo 
prima del tempo previsto, 
in quella solitaria campagna 
lontana dove si era rifugiata.

Ed è in una stanza di questa casa spaziosa, immersa tra gli aranceti e con il mare sullo sfondo visibile oltre il pino che Pirandello vede, o crede di vedere, seduta e ripiegata su se stessa sua madre. Il Colloquio con la madre morta è il racconto tenero e delicato, triste e doloroso di un ritorno a casa, uno dei tanti, in un luogo dove il drammaturgo avrebbe potuto ritrovare persone a lui care, paesaggi e luoghi familiari o almeno il loro ricordo, riscoprire ancora le proprie origini.

Casa romita in mezzo a la natìa

campagna, aerea qui, sull'altipiano

d'azzurre argille, a cui sommesso invia

fervor di spume il mare aspro africano,

te sempre vedo, sempre, da lontano,

se penso al punto in cui la vita mia

s'aprì piccola al mondo immenso e vano:

da qui - dico - da qui presi la via.

Da questo sentieruolo fra gli olivi,

di mentastro, di salvie profumato,

m'incamminai pe'l mondo ignaro e franco.

E tanto e tanto o fiorellini schivi

Tra l'erma siepe, tanto ho camminato

Per ricondurmi a voi deluso e stanco.

L'uomo, il drammaturgo, lo scrittore e il poeta, nasce, vive e muore nel Caos.

Marta Galofaro

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