Buon compleanno, signor Bonaventura!

10.01.2018

Siluette sfilata, bombetta e redingote con ampio bavero, largo pantalone bianco, un bassotto giallo e... "qui comincia l'avventura del signor Bonaventura", il personaggio nato dalla penna di Sto, alias Sergio Tofano, raffinato disegnatore oltre che attore, regista, scenografo e commediografo. Era il 28 ottobre 1917 quando le sue storie venivano pubblicate ne Il Corriere della sera e nel supplemento per bambini Il Corriere dei piccoli.

Il 1917, terzo anno di una guerra per la prima volta "mondiale", è l'anno degli avvenimenti destinati a cambiare la storia. Mentre i Russi si ritirano dal conflitto per la rivoluzione in atto nel paese che tingerà di "rosso" la Storia, gli americani vi fanno il loro ingresso cambiando le sorti del conflitto. È l'anno della Dichiarazione Balfour per la spartizione dell'Impero Ottomano che getta il seme per la nascita dello Stato di Israele e dà nuova organizzazione al Medio Oriente. In un periodo buio e triste in cui per aiutare la ripresa economica nazionale dell'Italia liberata si pubblicano libri illustrati da cui si traggono film e commedie, le avventure di Bonaventura, piene di ottimismo, conquistano grandi e piccini. "Il mio augurio- scrive Gilberto Tofano - è che questo personaggio bianco, rosso e sempre verde, nato da una disfatta come quella di Caporetto ed una grande promessa tradita come la Rivoluzione d'ottobre, continui a trasmetterci le sue discrete ed ironiche qualità di una elegante sopravvivenza". Bonaventura, l'ultima maschera della Commedia dell'Arte, per i bambini arrivava con la certezza che avrebbe risolto le difficili situazioni in cui Cecè si cacciava per la sua vanità e le congiure dell'invidioso Barbariccia. L'inconsapevole aiutante delle persone in difficoltà avrebbe intascato il suo milione, consegnato in uno foglio bianco con su scritta la cifra da capogiro. A conquistare le variazioni sul tema, le allusioni al mondo e alla vita, la certezza del premio finale. Maddalena Menza, la più importante studiosa di Sto, scrive nel suo Sergio Tofano e il signor Bonaventura, edito da Kappa Edizioni, Roma 2015, che è possibile inserire Bonaventura nella storia del costume nazionale con la sua avventura "che comincia male e si conclude sempre bene" e che Sto riesce ad offrire al suo pubblico (di bambini e non) "una via d'evasione in un linguaggio non allineato, in cui dalla selezione e dall'accoppiamento delle parole nascono sorprendenti e imprevedibili invenzioni verbali" che incantano i bambini riservando all'intelligenza degli adulti il piacere di assaporare uno stile di rara leggerezza. Interessanti le interviste in appendice di attori e critici che hanno conosciuto e collaborato con Tofano. Ludovico Bragaglia, Monica Vitti, Milena Vukotic ne danno un personale e inedito ritratto. "Non mi perdonerò mai di aver rivalutato il 'milione', trasformandolo in 'miliardo'. Insomma, il miliardo sono mille milioni, è un numero vero, mentre il milione è un'entità irreale, eterea", ha dichiarato Sto. Chissà se sarebbe disposto oggi a sostituire la cifra con un milione di euro. Probabilmente no: il milione è per gioco, quasi un oggetto di scena, la simbolica ricompensa per l'onestà e le buone azioni senza reale valore: sogno e speranza della gente che in quel tempo cantava se potessi avere mille lire al mese.

Marta Galofaro

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